Cinque cose che ci racconta il colorito del viso

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

La pelle, oltre a essere la prima linea di difesa dell’organismo, è lo specchio della nostra salute. Ecco quali sono le alterazioni di colore a cui prestare maggiore attenzione.

 

Quando ci guardiamo allo specchio ci preoccupiamo solo di controllare se il make-up è a posto o se ci sono inestetismi sulla quale intervenire, senza prestare troppa attenzione al colorito dell’incarnato. La nostra pelle, in effetti, può dirci molto sul nostro stato d’animo e sulla salute generale dell’organismo, segnalandoci la presenza di qualche disturbo fisico o psicologico prima ancora che si manifestino i relativi sintomi.

Se notiamo un’improvvisa alterazione di colore o degli strani cambiamenti nell’aspetto della cute, non dobbiamo solo cercare di risolvere il problema con il fondotinta o la CC cream più venduta, ma indagare sulle cause della variazione per capire da cosa sia dovuta.

Allo stesso modo, non bisogna sottovalutare nemmeno le imperfezioni cutanee a cui potremmo esserci abituati: l’aumento delle rughe, per esempio, potrebbe essere indice di una scarsa produzione di collagene dovuta a una mancanza di idratazione; mentre alcuni disturbi del sonno tendono a manifestarsi con occhiaie profonde e di colore violaceo.

In questo articolo vi mostreremo i cinque segnali che il nostro viso ci invia per comunicarci che c’è qualcosa che non va, analizzando nel dettaglio i disturbi a cui corrispondono i vari coloriti della pelle.

 

I colori della pelle in campo dermatologico

Anche se le tonalità della pelle tendono a variare in base all’etnia, alla genetica e all’area geografica di provenienza, rappresentano la componente unitaria della diagnostica clinica in dermatologia. Non a caso, il colore di una specifica manifestazione cutanea permette allo specialista di effettuare una prima analisi visiva per rilevare la presenza di specifiche dermopatie, così da poter prescrivere al paziente tutti gli esami del caso e le terapie da seguire per la guarigione.

Seppur con variazioni abbastanza soggettive, le alterazioni del colore della pelle si dividono in due principali categorie: l’iperpigmentazione, ossia un aumento anomalo della produzione di melanina, e l’ipopigmentazione dovuta, invece, a una riduzione della normale pigmentazione cutanea. Le cause di questi disturbi possono dipendere da svariati fattori, alcuni di natura genetica e altri che si manifestano nel corso della vita.

Infine, è importante considerare anche lo spessore dello strato corneo che, oltre a determinare il sottotono della pelle, varia in base all’età e al sesso. Con il passare del tempo, infatti, la struttura epidermica si modifica e perde via via la sua naturale capacità di rigenerarsi.

Da cosa dipende il colore della pelle?

Il colore della nostra pelle dipende dalla presenza di un pigmento cutaneo, noto come melanina, che è responsabile anche del cambiamento di tonalità quando ci si espone ai raggi solari.

In misura minore, è determinato anche dal sangue che circola nei capillari (l’emoglobina), dai pigmenti vegetali presenti in alcuni alimenti (come il betacarotene di cui sono particolarmente ricchi i peperoni, le carote, i pomodori e le albicocche) e dal collagene dermico.

A incidere sulla quantità di melanina presente nell’organismo sono anche l’età, le condizioni di vita, il regime alimentare adottato e, non ultima, la posizione geografica. Non a caso, le popolazioni nordiche presentano generalmente un incarnato alabastro e molto pallido, mentre più ci spostiamo verso l’equatore e più la pelle tende a diventare scura.

Queste differenze non sono casuali ma rappresentano il risultato di un lungo processo evolutivo che ha determinato lo sviluppo delle caratteristiche fisiche necessarie alla sopravvivenza di una determinata specie.

Ricordiamo, inoltre, che la melanina è responsabile anche del colore dei capelli e, a seconda della quantità prodotta dai melanociti in fase anagen, la chioma può essere bionda, rossa, castana o nera, mentre l’incanutimento si manifesta quando la produzione del pigmento risulta minore o insufficiente.

 

Le cinque tonalità a cui prestare attenzione

Come anticipato, le variazioni di colore che interessano il viso non rivelano solo le nostre emozioni e i nostri stati d’animo, ma possono rappresentare dei veri e propri campanelli d’allarme per l’insorgenza di specifici disturbi e patologie.

Anche se all’inizio può apparire difficile accorgersi dei cambiamenti di tonalità della propria pelle, osservando attentamente le sfumature del corpo e del volto si potranno notare facilmente le differenze.

A ogni modo, i colori a cui prestare attenzione sono sostanzialmente cinque: il bianco, il rosso, il viola, il giallo e il verde. A ciascuna di queste tonalità corrisponde uno specifico disturbo, la cui gravità può essere determinata in base all’intensificazione del colore che l’incarnato ha assunto.

 

Il bianco

Se avete un viso particolarmente pallido potreste essere affetti da anemia o soffrire di qualche insufficienza cardiaca. Questo colore si osserva anche in caso di stanchezza, periodi di forte stress e mancanza di sonno, ma non è raro che a determinare il pallore sia anche un mal funzionamento dei polmoni e dell’intestino crasso.

Il rosso

Il rosso viene in genere visto come il colore della salute per eccellenza, ma quello che la maggior parte delle persone non sa è un rossore molto accentuato potrebbe indicare un aumento anomalo dell’attività metabolica, proprio come accade nel caso della febbre. Inoltre, può manifestarsi anche solo in alcune zone del volto per segnalare la presenza di infiammazioni a livello locale o lesioni cutanee.

 

Il viola

Più che “viola” il termine corretto è “cianotico”, ossia quella tonalità fra il rosso e il nero dovuta a un insufficiente apporto di ossigeno in specifici distretti dell’organismo. Oltre a denotare un ristagno di sangue, viene spesso correlato a un’insufficienza renale o a un danno alla vescica, sebbene la principale causa della colorazione violacea resti la cattiva circolazione sanguigna.

 

Il giallo

Anche se l’itterizia della pelle è quasi sempre determinata da una malattia epatica (soprattutto se interessa anche le unghie e la tonaca fibrosa del bulbo oculare), può essere sintomo di un problema alla milza, al pancreas o allo stomaco. In questi casi, è buona norma intervenire tempestivamente e rivolgersi al proprio medico di fiducia per verificare la presenza di pancreatite, ulcere gastroduodenali, diabete o ipoglicemia.

 

Il verde

Il verde non è solo il colore dell’invidia, ma può essere collegato al fegato e alla vie biliari. Quando il viso assume un colorito olivastro significa che sono presenti delle disfunzioni epatiche che determinano un aumento della bile nel torrente circolatorio, da cui deriva appunto il colore verdastro della pelle.

 

 

 

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