I dermatologi mettono in guardia sui rischi dello smalto semipermanente

Ultimo aggiornamento: 02.11.24

 

Tutti i pro e contro della pratica estetica più apprezzata nell’ambito della nail care.

 

Lo smalto semipermanente è diventato un must have tanto per le teenagers quanto per le donne più mature, soprattutto durante il periodo estivo, quando la voglia di sfoggiare unghie alla moda e super colorate si fa sentire in maggior misura. Dietro tanta bellezza, però, possono celarsi molti rischi per la salute di pelle e unghie.

In questa guida vogliamo mettere in risalto le caratteristiche, i lati positivi e le eventuali controindicazioni di quello che oggi viene considerato il trattamento estetico più efficace per avere unghie curate e belle a lungo, così da risolvere ogni vostro possibile dubbio e aiutarvi nella scelta dei migliori smalti semipermanenti venduti online.

 

Come si applica

Prima di elencare tutti i possibili rischi legati all’utilizzo di questo prodotto, è bene capire di cosa stiamo parlando e perché è così apprezzato dalle donne. Si tratta, in pratica, di un trattamento estetico che, a differenza della manicure tradizionale, consente di avere unghie sane e perfette per un periodo più o meno lungo.

I tempi e le modalità di applicazione sono abbastanza rapidi e, una volta catalizzato nell’apposita lampada UV, il colore si fissa sulla superficie ungueale per due/tre settimane senza bisogno di ritocchi, premesso ovviamente l’utilizzo degli strumenti giusti e una preparazione adeguata dell’unghia.

Rispetto al gel, è più facile da stendere e consente di realizzare una manicure perfetta anche standosene tranquillamente tra le mura domestiche, risparmiando così soldi e tempo che altrimenti dovremmo spendere in un salone di bellezza. Per contro, il fai da te viene spesso sconsigliato le prime volte, soprattutto se non si ha una buona familiarità con questo genere di prodotti. Questo non solo perché potrebbero manifestarsi pericolose reazioni allergiche e sfoghi cutanei, ma anche in virtù del fatto che molti smalti vengono spesso formulati con sostanze potenzialmente nocive per la salute.

Per applicare alla perfezione lo smalto semipermanente per prima cosa bisogna preparare l’unghia al trattamento, eseguendo una manicure più o meno tradizionale con lime, spingicuticole, buffer e tronchesino, con la sola differenza di dover sgrassare e opacizzare la superficie ungueale per favorire l’adesione del colore. Lo smalto andrà poi catalizzato nella lampada UV e sigillato in ultima istanza con un top coat trasparente, mat o glitterato, a voi la scelta!

 

 

I potenziali rischi legati alle sostanze contenute

Per quanto comodo e pratico da utilizzare, lo smalto semipermanente contiene diverse sostanze che potrebbero comportare alcuni rischi per la salute della pelle e delle unghie. Tuttavia, non tutte quelle utilizzate per la sua formulazione sono nocive, poiché servono solo per conferire al cosmetico malleabilità, lucentezza, colore e durabilità, e parliamo nello specifico di resine, coloranti, addensanti e stabilizzanti ultravioletti. 

Gli elementi ritenuti pericolosi sono, invece, formaldeide, toluene, canfora e dibutilftalato (DBP), ed è proprio la loro presenza a spingere gli esperti a consigliare l’adozione di specifiche precauzioni per minimizzare ogni possibile rischio. Una di queste riguarda proprio il momento dell’acquisto, dato che gli stessi dermatologi raccomandano di acquistare prodotti di buona qualità e provvisti di un INCI accettabile che non includa queste componenti.

Altro elemento da considerare è la catalizzazione dello smalto, che avviene attraverso l’uso di specifiche lampade UV e il cui utilizzo potrebbe destare sospetti in merito alle potenziali minacce per la salute della pella. Queste lampade presentano un’apertura frontale dove vanno inserite le dita delle mani o dei piedi, che resteranno quindi esposte ai raggi ultravioletti per una decina di minuti circa, il tempo necessario per permettere alle componenti del prodotto di unirsi e fissarsi all’unghia. 

L’intensità dei raggi UV emessi dal fornetto ha indotto alcuni esperti a ipotizzare un collegamento tra la pratica estetica e il rischio dello svilupparsi di tumori della pelle. Tuttavia, a seguito di alcune ricerche scientifiche, i dermatologi hanno concluso che il quantitativo di radiazioni necessario per asciugare lo smalto è tale da non destare preoccupazioni, e per ridurre al minimo i rischi si può applicare sull’area interessata un filtro solare SPF 15 o, in alternativa, indossare dei guanti senza dita in modo da esporre ai raggi UV solo l’unghia.

Va da sé che la lampada deve essere di buona qualità e provvista di un’apposita certificazione CE che attesti il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza.

 

Come rimuovere lo smalto semipermanente

Oltre che per velocità di applicazione e durata, questo tipo di smalto differisce da quello tradizionale anche per le modalità di rimozione. Mentre lo smalto classico si dissolve semplicemente con dell’acetone, il semipermanente necessita di un solvente specifico, e anche in questo caso sorge spontaneo chiedersi se i prodotti destinati a questo utilizzo possono comportare delle controindicazioni per pelle e unghie, soprattutto in merito alla particolare aggressività delle sostanze contenute.

Come ogni altro cosmetico a base di solventi chimici, se usato con una certa frequenza potrebbe alla lunga danneggiare la superficie ungueale, con il conseguente rischio di ritrovarsi con unghie fragili, ingiallite e maggiormente propense a spezzarsi, e non capita di rado di notare arrossamenti e irritazioni sull’eponichio e sulla cute.

Per minimizzare questi rischi, si può procedere all’operazione avvolgendo le estremità delle dita con un dischetto di cotone compresso o un cappuccio apposito imbevuti di solvente, lasciando il prodotto in posa per circa cinque minuti o comunque per il tempo necessario affinché si dissolva ogni residuo di smalto. Questo procedimento, oltre a velocizzare la pulizia dell’unghia, riduce anche i tempi di esposizione dell’epidermide alle sostanze aggressive contenute nel solvente.

Tuttavia, ci sono anche casi in cui lo smalto semipermanente presenta una formula tale da invalidare l’azione dissolvente dell’acetone, per cui sarà necessario rimuovere il colore con la lima. Visto, però, che anche la limatura, se eseguita in maniera sbagliata, potrebbe assottigliare in maniera eccessiva la lamina ungueale, con tutte le conseguenze che ne derivano, è consigliabile procedere in modo delicato, utilizzando la lima per tutta la sua lunghezza e sempre nello stesso verso, senza insistere più del dovuto sullo stesso punto.

 

 

Le nostre conclusioni

 

Alla luce di quanto detto finora, è quindi consigliabile:

– evitare di applicare lo smalto semipermanente in maniera continuativa, e se proprio non potete farne a meno aspettate qualche giorno tra la rimozione e l’applicazione dello smalto per far riposare l’unghia e darle il tempo di rigenerarsi;

– scegliere prodotti di qualità e leggere la lista degli ingredienti utilizzati per la formulazione del cosmetico per accertarsi che non siano contenute sostanze nocive, come formaldeide, toluene, canfora e DBP;

– rivolgersi a una professionista in caso di unghie fragili e deboli;

– chiedere tempestivamente consiglio al medico o al proprio dermatologo di fiducia se si notano particolari sfoghi cutanei o anomalie sulla superficie ungueale;

– utilizzare una lampada UV costruita con materiali di qualità e provvista di una certificazione CE o altra equipollente.

 

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