Come ho affrontato (con qualche fallimento) e bloccato la caduta dei capelli

Ultimo aggiornamento: 24.04.24
Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.Samuel Beckett

 

Per una donna la caduta dei capelli è un evento molto traumatico: parliamo infatti di uno degli elementi più importanti per il mondo femminile, ovvero la chioma, che diventa parte integrante della seduzione e che fa sentire sempre più bella la donna che li indossa.

Vedere i miei capelli iniziare ad assottigliarsi, trovare dei buchi antiestetici, che mi costringevano a fare la riga per forza in un punto, in modo da nascondere la perdita, è stato il primo passo verso una grande angoscia, perché non avevo idea di come muovermi: avevo solo 13 anni e vedevo i miei capelli diradarsi, io che li avevo ricci e lunghi…è stata una vera tragedia!

 

Il primo passo: andare dal medico

Ero molto preoccupata e così sono andata dal mio medico curante, che mi ha fatto capire che stavo ingigantendo il problema e, per rassicurarmi, mi ha fatto fare tutte le analisi del sangue del caso, per verificare se avessi bisogno di integrare qualche elemento. 

I risultati hanno dato esito negativo, per cui non avevo alcuna necessità di assumere zinco, ferro e così via, ma il dottore ha deciso comunque di farmi prendere un po’ di vitamine e di cheratina, raccomandandomi di mangiare più frutta e verdura.

Sarò sincera, non ero molto soddisfatta dei suoi consigli, anche perché in famiglia avevo alcuni casi di calvizie femminile, ma all’epoca ero piccola e non avevo idea di che problema stessi per affrontare, per cui mi accontentai momentaneamente di assumere gli integratori.

Crescendo il problema peggiora

Con il passare degli anni, il diradamento diventava sempre più evidente, tanto che non potevo più fare la riga in mezzo ai capelli, visto che le mancanze di peluria diventavano così sempre più chiare e io me ne vergognavo tanto da mettere delle fasce in testa.

Per dare maggiore volume ai capelli, decido di tagliarli corti, così da cercare di arginare l’ostacolo, ma cerco di convincere i miei genitori a portarmi da un dermatologo, perché la situazione mi porta un grande imbarazzo e comporta anche un peggioramento del mio umore e un po’ di depressione.

Anche questo medico non capisce bene il problema e ritorna a darmi degli integratori, sostenendo che è la tiroide a non funzionare correttamente e che avrei dovuto curare lei per poter bloccare la caduta dei capelli. Nonostante, però, trovi la giusta via per sanarla, il problema rimane e, anzi, peggiora ancora di più, fino a quando non mi trasferisco all’Università, lontano da casa mia.

 

Divento più grande e inizio a capire come muovermi

Diventando indipendente e più matura e, soprattutto, grazie all’avvento di Internet, inizio a cercare in rete e trovo tantissime testimonianze di ragazze che, come me, avevano affrontato il problema ma con migliori risultati, perché intraprendendo la giusta via.

Scopro così che il mio non è un semplice “effluvium”, ovvero una caduta di capelli eccessiva, causata spesso dallo stress, ma quella che si chiama Alopecia Androgenetica, una sindrome che colpisce le donne, come gli uomini, che è genetica e per la quale si può fare ben poco.

Non mi arrendo e inizio a fare visite su visite, presso un dermatologo di Milano, che però mi spilla ben 250 euro senza darmi una cura adeguata (di nuovo, purtroppo), un altro di Firenze, che non mi ascolta nemmeno e, infine, uno di Bari, che trovo proprio quando ormai mi ero rassegnata a diventare calva.

La svolta e la soluzione

A parte la grande umanità di una persona che non solo mi ha ascoltato, facendosi raccontare tutta la storia dall’inizio, ma mi ha anche proposto soluzioni alternative, nel caso in cui avessimo fallito con la cura, questo Professore ha centrato il problema, proponendomi di trattare il cuoio capelluto con una soluzione contenente Finasteride.

Scopro così che esiste un farmaco che può bloccare la miniaturizzazione dei capelli e anche farli ritornare al vecchio splendore se trattati in tempo. Piena di fiducia inizio la cura e i risultati non si fanno aspettare: piano piano vedo la mia chioma ricrescere, i buchi rinfoltirsi e posso tornare a fare la riga in mezzo!

Mi sembra di sognare e sono grata al dottore, per cui continuo le visite e a tenere sotto controllo la situazione, felice di aver finalmente, dopo tanti anni, trovato chi mi ha capita e seguita a dovere.

Ma, vi chiederete, hai recuperato tutti i capelli persi? Purtroppo no, perché sono intervenuta dopo troppi anni, per cui molti bulbi erano totalmente morti: il bello è però che, con la costanza, usando shampoo non aggressivi e rispettando il cuoio capelluto, ho ottenuto un buon risultato, tanto che è impossibile dire che io abbia questo problema.

 

Cosa accadrà con la menopausa?

Come si sa, purtroppo con la menopausa il problema della caduta di capelli colpisce un po’ tutte le donne, per cui, chi ha l’Alopecia Androgenetica, vede il precipitarsi della situazione. Fortunatamente il dermatologo mi ha detto che esiste un’altra sostanza che potrà bloccare la caduta e, in ogni caso, esiste una soluzione aggiuntiva: l’autotrapianto.

Si tratta di un’operazione che si svolge day hospital e che consiste nel prelevare alcuni bulbi capillari dalla base del cranio, lasciando così una cicatrice piccola e invisibile. Questi vengono poi trapiantati nelle zone in cui mancano i capelli, diventando così eterni.

Morale della favola

Cosa mi ha insegnato questa storia? Nonostante la mia immaturità, avevo le idee ben chiare ma non gli strumenti: quando sentite che qualcosa non vi torna, che gli altri vi danno consigli che non vanno bene per voi, che la soluzione è altrove, non smettete di cercare!

Se io avessi fatto meno affidamento sugli altri e più su di me, forse sarei riuscita a non perdere tutti quei capelli e oggi la mia chioma sarebbe salva. Per questo motivo, ascoltate sempre la vocina che avete dentro e che vi dà suggerimenti utili e, molto spesso, risolutivi!

 

 

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