Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Cos’è lo scrub?

Lo scrub è un trattamento di bellezza costituito da una base fluida come un sapone, un latte o una crema e una componente solida di natura molto piccola, che chiameremo microsfere.

Il mercato propone flaconi che comprendono già le giuste proporzioni delle due fasi; i benefici di cui potrete godere riguardano sia le proprietà della base, sia quelle delle microsfere.

La prima svolgerà la tipica azione idratante, emolliente o purificante, a seconda della vostra esigenza.

La seconda procederà rimuovendo gli strati di cellule morte o di residui in maniera meccanica, vale a dire graffiando la cute grazie al massaggio che andrete ad effettuare.

 

A cosa serve lo scrub viso?

Il viso è una zona del corpo molto delicata, per questo necessita di prodotti specifici e di natura meno aggressiva rispetto ad altre parti del corpo.

Potreste aver bisogno di uno scrub viso qualora notiate delle pellicine soprattutto intorno al naso o all’altezza del mento.

Qui infatti potreste riscontrare una maggiore secchezza e dunque un accumulo di cellule morte che le microsfere andranno prontamente a rimuovere.

Lo scrub viso è utile anche in caso di punti neri e comedoni.

Dopo aver dilatato i pori con acqua calda o vapore infatti, il massaggio di un buono scrub viso può aiutare nello spostamento del sebo tipico dei punti neri e dunque nell’eliminazione degli antiestetici comedoni.

 

A cosa serve lo scrub corpo?

Per quanto riguarda il corpo invece, l’azione meccanica può essere decisamente più intensa in quanto gli strati epiteliali di gambe e braccia sono più propense a trattamenti maggiormente aggressivi.

Potreste realizzare di avere bisogno di uno scrub corpo qualora vediate le vostre gambe particolarmente secche, aspetto che si osserva facilmente grazie all’eccesso di cellule morte accumulate sulla superficie.

Ovviamente dovrete procedere anche con il giusto nutrimento e idratazione, ma anche in questo lo scrub corpo può aiutare, soprattutto se optate per una componente fluida come un latte o una crema.

Questo stesso trattamento può adattarsi anche ad altre zone del corpo come la schiena o i glutei, mentre per il cuoio capelluto dovrete optare per un acquisto specifico.

Come fare lo scrub?

Se avete terminato il vostro scrub corpo o se volete sperimentare qualche ricetta fai da te potrete unire la componente fluida che preferite ad una sostanza che funga da microsfera come il sale, lo zucchero o anche il caffè.

Vi basterà unire questi due ingredienti nelle giuste proporzioni; queste possono variare in base a come preferite la consistenza finale.

Tenete presente che dovrete aver modo di spalmare e massaggiare la vostra crema senza opposizioni e che i granelli devono essere sufficienti a coprire tutta la zona che richiede tale trattamento.

 

Ogni quanto fare lo scrub?

Essendo un trattamento piuttosto aggressivo, si consiglia di non superare la frequenza di una volta a settimana.

Questo è il tempo necessario affinché la pelle si rigeneri; intensificare la rimozione delle cellule più di una volta a settimana potrebbe causare un assottigliamento degli strati epiteliali che, alla lunga, porterebbe ad alcune problematiche.

Questo almeno è ciò che accade per il viso, mentre per le gambe, una situazione di reale necessità potrebbe richiedere che la frequenza venga intensificata ad ogni doccia.

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

L’ultima sezione di questa nostra guida è pensata per spiegare nel dettaglio come applicare lo scrub, in modo che, una volta acquistato, possiate beneficiare al massimo delle sue proprietà e essere davvero soddisfatti del vostro acquisto.

Distingueremo tra le varie tipologie presenti, in modo da rendere la spiegazione quanto più chiara possibile.

 

Scrub viso

Se vi siete orientati per uno scrub viso, probabilmente avete notato un eccesso di cellule morte o di punti neri nelle zone del naso o del mento.

Una volta acquistato il prodotto che pensate possa fare maggiormente al caso vostro, dovete collocare la fase dello scrub nella giusta posizione all’interno di una pulizia del viso accurata.

Per prima cosa infatti dovrete far aprire i pori.

Questo è possibile grazie a delle apposite saune facciali o banalmente rimanendo per qualche minuto sopra a dell’acqua che avete precedentemente fatto bollire con sostanze di aiuto per i nostri scopi, bicarbonato o olii essenziali specifici.

Solo adesso potete procedere con lo scrub, massaggiando la pelle per qualche minuto prestando particolare attenzione alle zone del naso e del mento ed escludendo il contorno occhi.

Qui infatti la pelle è molto sottile e lo scrub potrebbe essere veramente dannoso.

Per quanto riguarda le guance dovete valutare il vostro caso specifico.

Se la vostra pelle è particolarmente sensibile dedicatele pochi secondi di massaggi, mentre con una pelle grassa e più spessa, potete allungare le tempistiche di trattamento.

 

Scrub corpo e cuoio capelluto

Per quanto riguarda il corpo invece, abbiamo già detto che la cadenza può essere plurisettimanale, o almeno in concomitanza di una lunga doccia.

L’apertura dei pori è importante anche in questo caso, ma a differenza della zona viso, nel caso delle gambe e dei glutei vi basteranno pochi minuti sotto il getto dell’acqua calda per peparare questa zona nella maniera più opportuna.

Potete ora procedere massaggiando ed effettuando particolare pressione sulle zone dove la circolazione potrebbe averne più bisogno.

In questo modo aggiungerete ai benefici dello scrub anche quelli di un buon massaggio drenante.

Procedete ora sciacquando abbondantemente la zone e, se riuscite, lasciate il getto di acqua sulle gambe per qualche minuto, ma questa volta a temperatura fredda.

Per quanto riguarda il cuoio capelluto invece, la necessità di uno scrub potrebbe sorgere nel caso notiate un po’ di forfora o un eccesso di sebo, vale a dire la tendenza a sporcarsi rapidamente.

Lo scrub per il cuoio capelluto va effettuato a capelli bagnati e prima dello shampoo, in modo che poi possiate levare ogni residuo.

I tempi del massaggio variano e vanno controllati sulla confezione del flacone, perché allungarli potrebbe portare a un effetto contrario.

Accorgimenti

La confezione del vostro scrub andrà richiusa con attenzione e posta in luogo dove non se ne modifichino le caratteristiche.

Gli scrub a base salina, ad esempio, temono l’umidità, dunque andranno necessariamente rimossi dalla doccia dopo ogni utilizzo.

L’effetto di uno scrub corpo potrebbe essere intensificato anche con l’utilizzo di un guanto apposito che ne facilita l’applicazione e ne aumenta l’azione meccanica.

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è la data di scadenza.

L’alta percentuale di ingredienti naturali infatti potrebbe ridurla notevolmente e renderlo un prodotto da finire nel giro di pochi mesi, a differenza di altre tipologie di cosmetici.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Si può usare la crema anticellulite in gravidanza?

Sebbene non siano ancora stati riscontrati effetti collaterali significativi sulle donne in stato interessante, l’uso delle creme anticellulite viene comunque sconsigliato durante la gravidanza, poiché non si può escludere al 100% che le sostanze contenute possano superare la placenta e arrivare di conseguenza al feto.

 

Perché la crema anticellulite brucia?

In realtà non tutte le creme anticellulite bruciano, ma solo quelle a effetto iperemizzante, ossia che generano uno stato di iperemia per ridurre la lassità dei tessuti e stimolare il metabolismo endogeno dei grassi.

Questo significa che i loro principi attivi riescono a penetrare negli strati profondi dell’epidermide creando una forte sensazione di calore e bruciore, che però è indice del buon funzionamento del prodotto stesso.

 

Come creare una crema anticellulite in casa?

Realizzare una crema anticellulite fai da te è più semplice di quanto si possa pensare.

Si possono, per esempio, unire i fondi di caffè a un po’ di crema idratante per ottenere un composto da massaggiare sulle zone critiche per una decina di minuti; oppure aggiungere a dell’acqua tiepida quattro cucchiai di cacao amaro in polvere, due cucchiaini di sale grosso e uno di caffè macinato.

Meglio il gel o la crema anticellulite?

I prodotti in gel vengono assorbiti rapidamente dal derma e non lasciano residui né patine di unto sulla pelle, per cui sono la scelta ideale per un’applicazione pratica e veloce.

Le creme, invece, sono indicate per chi vuole concedersi una coccola in più con un bel massaggio tonificante, che favorisca l’azione dei principi attivi contenuti e stimoli al contempo la microcircolazione. 

Un buon espediente per ottenere risultati ancora più efficaci e duraturi è utilizzare entrambe le formule almeno due volte al giorno, applicando magari il gel la mattina prima di uscire e la crema di sera dopo la doccia o il bagno.

 

Le creme anticellulite sono davvero efficaci?

È bene precisare, innanzitutto, che i trattamenti anticellulite da soli non possono fare miracoli, soprattutto se l’inestetismo è abbastanza radicato.

Per raggiungere gli effetti desiderati è, quindi, buona norma affiancare l’uso regolare di questi prodotti a un’alimentazione bilanciata, ricca di frutta e verdura, una costante idratazione e un po’ di attività fisica.

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Con l’estate ormai alle porte, per le donne la preoccupazione più grande è sicuramente la cellulite.

Da sempre considerata la nemica più acerrima della bellezza, questa infiammazione del tessuto connettivo è dovuta ai depositi di adipe e agli stili di vita scorretti.

Di cosmetici per combatterla ce ne sono a bizzeffe: creme, impacchi, fanghi, gommage, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ma come orientarsi tra così tante proposte?

Per individuare il trattamento adatto alle proprie esigenze e che porti ai risultati sperati, è importante conoscere tutte le caratteristiche da ricercare in questo genere di prodotti e imparare a usarli nel modo giusto.

Ecco, dunque, alcuni utili consigli per una scelta consapevole e un corretto utilizzo.

 

Come funzionano le creme anticellulite

Le creme anticellulite sono classificate come “cosmetici”, e questo significa che agiscono solo sullo strato superficiale della pelle.

Per questa ragione, nessun trattamento può dirsi efficace al 100% se non abbinato a una dieta sana e una regolare attività fisica.

A tavola bisognerebbe ridurre il più possibile il consumo di sale e zucchero, mentre per favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso, è bene prepararsi di tanto in tanto una buona tisana drenante o un infuso di tè verde.

Non dimenticate, poi, di bere almeno due litri di acqua al giorno.

Tornando alle creme anticellulite, per ottenere i risultati sperati le parole d’ordine sono: “costanza” e “regolarità”.

Una volta scelto il prodotto adatto, è necessario applicarlo tutti i giorni per almeno un paio di mesi, accompagnando la stesura con un massaggio dal basso verso l’alto con movimenti circolari.

Oltre a preferire un cosmetico provvisto di un INCI sicuro e rispettoso del delicato equilibrio epidermico della zona, le creme anticellulite, per essere davvero efficaci, dovrebbero contenere tre tipi di ingredienti:

liporiducenti, per ridurre gli accumuli di grasso localizzati e accelerare il metabolismo; drenanti, per eliminare i liquidi in eccesso e stimolare la microcircolazione; e idratanti, per mantenere la pelle elastica e tonica.

 

Scegliere il prodotto giusto

Visto che gli inestetismi non sono tutti uguali, per scegliere il prodotto giusto bisogna considerare il tipo di cellulite sul quale si vuole agire.

Se la pelle appare granulosa, senza accumuli di grasso visibili e con piccole fossette qua e là, è molto probabile che si sia affetti da cellulite compatta, un inestetismo piuttosto frequente soprattutto tra le adolescenti e le “under 30”.

Per combatterla è necessario intervenire tempestivamente con una dieta bilanciata e l’uso costante di una crema ad azione idratante.

Diverso, invece, il caso della cellulite edematosa, caratterizzata da accumuli adiposi concentrati prevalentemente sulle cosce e i glutei.

Oltre a ridurre il consumo di sale e cibi grassi, è importante scegliere una crema a base di sostanze drenanti, che si propongono di eliminare i liquidi in eccesso e di stimolare la microcircolazione.

Quando, infine, si deve intervenire sulla pelle a buccia d’arancia e le adiposità localizzate, sintomi tipici della cosiddetta cellulite “molle”, bisognerà ricorrere a un trattamento d’urto volto a tonificare, rassodare e levigare la pelle.

Consigli utili per una corretta applicazione

È chiaro, dunque, che la lotta alla cellulite richiede determinazione e costanza, ma è altrettanto importante seguire alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutarci a ridurre questo odioso inestetismo.

Innanzitutto, è necessario preparare adeguatamente la pelle al trattamento, lavando accuratamente la zona con un sapone neutro.

In fase di applicazione, è bene eseguire un massaggio drenante per riattivare la circolazione sanguigna e facilitare l’assorbimento dei principi attivi contenuti.

Dopo aver prelevato una noce di crema, stendetela sulla zona di interesse con movimenti circolari, partendo dal basso verso l’alto, “pizzicando” leggermente la pelle con le dita.

Per quanto riguarda, invece, le tempistiche, ogni cosmetico ha una sua posologia e una specifica modalità d’uso, ed è pertanto buona norma leggere attentamente le indicazioni riportate sulla confezione o sul foglietto illustrativo.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Come abbiamo visto gli assorbenti esterni e i tamponi interni sono entrambi studiati per assorbire (come delle spugne) il flusso mestruale attraverso dei tessuti sintetici, che però possono alterare il livello di muco cervicale, favorendo i problemi di secchezza vaginale.

Al contrario, la coppetta funge da sacca di raccolta del sangue mestruale e non compromette la secrezione delle mucose.

Inoltre questo dispositivo è antibatterico ed è in grado di formare una vera e propria barriera protettiva che preserva la cavità uterina.

Come inserire la coppetta mestruale

La coppetta mestruale è un dispositivo semplice da inserire, anche se apparentemente potrebbe non sembrare così. La prima volta è più che normale essere impressionati e non sapere come fare, ma in realtà è soltanto questione di abitudine.

Se intendete iniziare ad usarla, vi suggeriamo di acquistarla e di testare l’inserimento prima dell’inizio del ciclo mestruale. In questo modo farete pratica e sarete pronte a utilizzarla quando sarà il momento.

Generalmente questo dispositivo si inserisce come un normale tampone interno; tuttavia a differenza di quest’ultimo, non deve essere spinto fino alla cervice uterina.

L’applicazione del prodotto può variare leggermente a seconda del modello scelto. A ogni modo, prima di inserirlo, consultate sempre le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo.

La coppetta ha la forma di una piccola campana ed essendo gommosa, spesso basta piegarla su se stessa per agevolarne l’inserimento.

 

Facile da rimuovere

Per quanto riguarda l’estrazione del dispositivo, è sufficiente tirare delicatamente il gambo presente sulla sommità della campana, fino alla totale fuoriuscita della coppetta.

Non abbiate timore che questa si possa perdere all’interno del corpo, in quanto la cavità all’interno della quale viene inserita, non è un pozzo senza fondo e così come ne risulta semplice l’inserimento, altrettanto sarà l’estrazione.

Sicuramente l’operazione risulterà più facile e naturale a chi già utilizza l’anello vaginale come contraccettivo, perché le modalità d’inserimento dei due dispositivi sono abbastanza simili.

Quando estraete la coppetta, non tirate il gambo con forza, o otterrete un effetto ventosa che renderà l’operazione più difficile. 

Prima di rimuoverla, premete leggermente un lato della campana, di modo da far passare un po’ d’aria per ridurre l’aderenza del dispositivo e poi tirate delicatamente verso il basso.

Un approccio più intimo con il proprio corpo

A differenza degli assorbenti esterni, l’utilizzo delle coppetta mestruale richiede una maggiore consapevolezza del proprio corpo.

Questo perché per inserire il dispositivo all’interno della vagina, stabilirete un contatto più intimo rispetto a ciò che avviene utilizzando un normale assorbente esterno.

In pratica l’inserimento e l’estrazione della coppetta, prevedono una gestualità meno “distaccata” con il proprio corpo e quindi un’attenzione e una sensibilità maggiore nei confronti delle proprie zone intime.

In definitiva, l’approccio con la coppetta mestruale è molto personale e sta a voi stabilire un metodo di utilizzo che rispetti quanto più possibile la vostra sensibilità.

A prescindere da tutto ciò, è fondamentale effettuare sia l’inserimento e sia l’estrazione della coppetta mestruale rispettando la massima igiene.

Pertanto è importante lavarsi bene le mani sia prima e sia dopo avere eseguito tali operazioni.

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Come si mette la coppetta mestruale?

La prima volta che si ha a che fare con la coppetta mestruale, potrebbe suscitare qualche perplessità, ma in realtà non c’è nulla da temere, in quanto il metodo di applicazione è più semplice di quanto si possa pensare.

La coppetta è a forma di campana e presenta un gambo sulla sua sommità.

Trattandosi di silicone morbido, il dispositivo può essere piegato su se stesso a forma di “U” e può essere inserito facilmente all’interno della vagina, senza spingerlo fino alla cervice uterina. 

Una volta messa in sede, la campana riprenderà la sua forma originale e fungerà da “diga” e da raccoglitore di sangue mestruale durante il ciclo.

In ogni caso, prima di utilizzare tale dispositivo, leggete sempre le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo presente all’interno della confezione.

Per estrarre la coppetta, basterà tirare delicatamente il gambo, accertandosi prima di fare passare un po’ d’aria all’interno della campana, onde evitare l’effetto ventosa.

Come funziona una coppetta mestruale?

La coppetta mestruale è un dispositivo a forma di campana, solitamente realizzato in silicone medicale che funge da raccoglitore di sangue mestruale durante i giorni di ciclo.

Tale soluzione sostituisce a tutti gli effetti  i comuni assorbenti esterni e i tamponi interni e risulta più igienica e più sicura rispetto a questi.

Una volta inserita la coppetta, questa impedisce al sangue di fuoruscire dalla vagina. Il flusso viene raccolto all’interno della campana, che una volta estratta può essere svuotata, pulita e riutilizzata.

Infatti a differenza degli assorbenti, la coppetta non è un dispositivo usa e getta, ma può essere riutilizzata anche fino a dieci anni (in base alla qualità e alla marca del prodotto).

Il silicone è antibatterico e non assorbe la mucosa vaginale, pertanto non si creano problemi di secchezza.

 

Come si pulisce una coppetta mestruale?

Effettuare una corretta manutenzione di questo dispositivo è una cosa molto importante, dato che deve essere riutilizzato più volte.

Se volete garantire la massima efficienza e sicurezza del prodotto, occorre sterilizzare la campana con acqua bollente per cinque minuti, prima di ogni utilizzo.

Una volta sterilizzata la coppetta, lasciatela raffreddare e poi usatela. Inoltre, a ogni cambio giornaliero, sciacquatela per bene e reinseritela velocemente, onde evitare la contaminazione batterica.

 

Qual è la migliore coppetta mestruale?

La coppetta mestruale migliore è quella che si adatta perfettamente alle proprie esigenze e alla propria conformazione vaginale; tutto sta nel riuscire a trovare il modello giusto.

Se intendete acquistarne una, consultatevi prima con il vostro ginecologo, che vi saprà indicare la soluzione migliore.

Solitamente un buon dispositivo costa dai 15 ai 20 euro, anche se il range di prezzo può oscillare tra i 10 e 30 euro.

Per quanto riguarda le misure della coppetta, queste non c’entrano con il quantitativo di flusso mestruale, ma sono relative alle dimensioni dell’utero, del pavimento pelvico e della vagina.

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

L’autoabbronzante è una formula cosmetica venduta sotto forma di crema, gel o lozione ed è studiato appositamente per conferire un’abbronzatura “artificiale” soddisfacente, senza dover ricorrere necessariamente all’esposizione del corpo ai raggi solari (UV).

Dopo aver applicato il prodotto sulla pelle, è possibile ottenere una colorazione dei pigmenti della cute tendente all’ambrato, molto somigliante a quella ottenuta tramite un’esposizione diretta ai raggi del sole.

Tale risultato è reso possibile dall’interazione chimica del DHA (principio attivo) con gli amminoacidi della cheratina presenti nel corneo ovvero lo strato superficiale dell’epidermide.

Solitamente, l’effetto di un autoabbronzante ha una durata che può variare da quattro giorni a una settimana, infatti la pelle si schiarisce gradualmente con il passare dei giorni e il naturale processo di desquamazione della cute.

Come applicare l’autoabbronzante

Per fare sì che un prodotto autoabbronzante dia i risultati sperati, è opportuno applicarlo sulla pelle in maniera corretta. Il trucco consiste nello spalmare la crema (o la lozione) eseguendo dei movimenti circolatori sulla cute, senza tralasciare nessuna zona del corpo che si intende trattare.

Grazie a un’accurata e capillare applicazione, il prodotto può penetrare in profondità e attecchire meglio sulle cellule del corneo.  

Per quanto riguarda la testa, cominciate con il massaggiare la zona “T” del viso, poi procedete in direzione delle tempie, senza tralasciare le orecchie e il collo.

Successivamente continuate a spalmare la crema su tutto il corpo, procedendo per ordine dall’alto verso il basso; in questo modo sarete sicuri di non dimenticare nessuna parte.

Chiaramente per quanto riguarda le zone più difficili da trattare, come la schiena, sarà necessario l’aiuto di una seconda persona.

Per ciò che concerne gli autoabbronzanti in formato spray, sarà sufficiente nebulizzarli, mantenendo una distanza di 25 cm circa dal corpo.

Questa versione del prodotto è adatta a chi desidera ottenere dei risultati immediati e un assorbimento veloce della lozione. Tuttavia, l’utilizzo di formati spray è sconsigliato a chi soffre di secchezza della cute.

Infine è bene ricordare che in commercio è possibile trovare autoabbronzanti adatti a ogni tipo di carnagione, chiara o scura che sia.

Tale accortezza nella scelta del giusto prodotto, deve essere adottata al fine di evitare delle colorazioni disarmoniche della pelle, che potrebbero risultare antiestetiche e innaturali.

 

Come togliere l’autoabbronzante

Se volete rimuovere la vostra “tintarella artificiale” ottenuta tramite l’uso di un autoabbronzante, occorrerà adottare un sistema di pulizia molto efficace, in quanto non è sempre facile toglierla per bene dalla pelle.

Uno dei metodi più gettonati per eliminare l’abbronzatura “fai da te” consiste nell’utilizzare del succo di limone.

Questo agrume, grazie alle sue proprietà schiarenti, è in grado di rimuovere completamente i segni di abbronzatura artificiale indesiderati.

Vi basterà spremere il succo di un quarto di limone sopra un dischetto di ovatta e strofinarlo delicatamente sulla zona da trattare. È necessario lasciare agire il succo per un minuto circa e poi risciacquare la pelle con acqua fredda.

Diversamente potreste fare uno scrub della pelle, utilizzando un mix di zucchero di canna, bagnoschiuma e olio per massaggi. Strofinate la soluzione sulla cute effettuando dei movimenti circolari.

Per ottenere un risultato soddisfacente, ripetete il trattamento un paio di volte su ogni zona del corpo interessata, dopodiché aprite il soffione della doccia e risciacquatevi per bene.

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Dove si compra l’autoabbronzante?

I prodotti autoabbronzanti sono semplici da reperire, in quanto sono disponibili sia in negozi specializzati, sia su diversi siti online. P

rima di acquistare un prodotto di questo tipo però, è fondamentale conoscere l’INCI dell’autoabbronzante ovvero tutti gli ingredienti contenuti nella formula della crema, gel, lozione liquida o soluzione spray.

In questo modo saprete se il prodotto contiene o meno delle sostanze alle quali potreste essere allergici o intolleranti.

L’autoabbronzante è in grado di resistere alla piscina?

Purtroppo se decidete di andare in piscina dopo aver effettuato un trattamento con un prodotto autoabbronzante, rischiate di perdere la vostra tintarella artificiale.

Infatti il cloro che è presente nell’acqua della piscina, tende a rimuovere facilmente il colore scuro dai pigmenti della pelle.

Pertanto se avete faticato ad abbronzarvi con creme, lozioni o spray, evitate di farvi i bagni in piscina oppure i vostri sforzi per diventare più “scuri” verranno vanificati.

 

Esistono degli autoabbronzanti naturali?

Certo che esistono! Come tutti i cosmetici, anche gli autoabbronzanti possono essere di tipo naturale/biologico. In linea di massima tutti i prodotti di questo tipo contengono delle quantità di DHA e di eritrulosio.

Questi sono ingredienti basilari, che consentono ai pigmenti della pelle di reagire a tali sostanze, diventando più “marroncini”.

La differenza tra un autoabbronzante biologico e uno chimico, consiste prevalentemente negli ingredienti aggiuntivi, che devono essere riportati obbligatoriamente per legge sull’INCI del prodotto.

In sostanza i cosmetici naturali devono contenere soltanto ingredienti di derivazione vegetale.

A tal proposito gli autoabbronzanti biologici vengono definiti “green”, visto che gli ingredienti sono ricavati da estratti vegetali di coltivazioni biologiche, che non fanno uso né di OGM, né di altre sostanze sintetizzate chimicamente.

 

Quali sono i vantaggi nell’utilizzare un autoabbronzante?

I vantaggi che si possono ottenere attraverso l’uso di un buon autoabbronzante sono molteplici.

Per esempio un prodotto di questo tipo è in grado di conferire alla pelle un bel colorito ambrato, simile a quello di una vera abbronzatura da sole.

Inoltre l’utilizzo di creme, lozioni o gel autoabbronzanti, evita il dover necessariamente esporre il proprio corpo ai raggi UV per ottenere un’abbronzatura della pelle.

In questo modo non si corre il rischio di subire dei danni cutanei come le macchie solari o le rughe.

Infine si tratta di prodotti molto pratici da applicare e veloci da stendere sulla cute.

 

Gli autoabbronzanti hanno controindicazioni?

Purtroppo esistono delle controindicazioni, infatti certi prodotti non possono essere utilizzati da chi soffre di problemi cutanei, come per esempio: acne, brufoli, punti neri, ferite o traumi della pelle. 

Inoltre bisogna fare molta attenzione se si fa uso di medicinali specifici, infatti l’autoabbronzante potrebbe causare degli effetti collaterali e non far ottenere il risultato sperato.

Stesso discorso vale nelle donne che sono in pieno ciclo mestruale.

Ovviamente prima di utilizzare un qualsiasi tipo di autoabbronzante, oltre all’elenco degli ingredienti presenti all’interno del prodotto, è fondamentale leggere il foglietto illustrativo o l’etichetta sulla quale devono essere riportati eventuali effetti indesiderati.

 

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Promossa prima, durante e dopo le vacanze, la perdita di peso è un obiettivo spesso banalizzato nei rischi e trasformato in una routine ciclica che non sempre si dimostra efficace.

Tuttavia non è il caso di rassegnarsi, perché una soluzione c’è e prende il nome di fascia addominale.

Se volete sfruttare al meglio tutti i benefici di questo accessorio termogenico, seguite i nostri consigli qui di seguito per scoprire come utilizzarlo in modo corretto e ottenere i risultati sperati in tempi brevi.

 

A cosa serve la fascia addominale

Panciere, pantaloni dimagranti, guaine contenitive, elettrostimolatori, oggi il mercato propone diverse soluzioni per dimagrire velocemente e con il minimo sforzo.

Ma quanti di questi prodotti sono veramente efficaci?

Domanda tendenziosa in effetti, perché sull’argomento purtroppo esistono ancora molti miti da sfatare, come per esempio quello secondo cui è possibile perdere i chili di troppo semplicemente usando una fascia addominale.

Non abbiamo dubbi che questi accessori siano un valido aiuto per tornare in forma e ridurre i centimetri del girovita, ma solo se utilizzati come supporto a una dieta mirata e una regolare attività fisica.

Per fornire informazioni precise è importante fare qualche distinzione:

i modelli più semplici, ossia quelli costituiti da un tessuto elastico contenitivo, incentivano la perdita di peso attraverso una sorta di “effetto sauna” che stimola la sudorazione corporea e l’eliminazione dei liquidi in eccesso.

Più costose, ma al tempo stesso più efficaci, sono le fasce dimagranti che sfruttano degli impulsi elettrici a basso voltaggio per simulare l’effetto generato dalla contrazione muscolare e favorire lo scioglimento del grasso addominale.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa c’è di vero in queste affermazioni.

La verità è che questi accessori funzionano ma vengono spesso fraintesi, nel senso che si è indotti a pensare che facciano dimagrire e che dopo un po’ di tempo spuntino fuori quei bei quadretti sugli addominali.

Inutile dire che non è così, perché se da un lato è vero che queste fasce tonificano i muscoli, dall’altro i risultati migliori si ottengono solo affiancando il loro utilizzo a una dieta equilibrata e una regolare attività fisica.

Leggere le istruzioni

Fatte le dovute premesse sull’efficacia delle fasce dimagranti, vediamo ora come usarle in modo corretto per godere appieno di tutti i loro benefici.

Prima di indossarne una è buona norma leggere attentamente le istruzioni riportate sul manuale d’uso a corredo, così da avere un’idea più chiara sulle modalità e i tempi di utilizzo.

Salvo diverse indicazioni, la fascia non va applicata su altre parti del corpo, come le cosce o le braccia, e una volta rimossa dalla zona addominale è buona norma pulirla o lavarla seguendo le raccomandazioni della casa produttrice per non rovinare il tessuto.

Il posizionamento

Come abbiamo visto, le fasce addominali sostengono l’attività muscolare dell’addome, migliorano la tonicità dei muscoli e favoriscono lo smaltimento degli strati adiposi, ma per raggiungere questi obiettivi è necessario seguire alcuni piccoli accorgimenti.

Innanzitutto, per ottenere una corretta sudorazione senza compromettere l’allineamento naturale della colonna vertebrale, è importante non stringere troppo la fascia, controllando che il tessuto aderisca bene alla pelle.

Ricordate, inoltre, che una compressione eccessiva potrebbe rallentare la circolazione sanguigna, oltre a provocare dolori e disagi quando si indossa la cintura per molto tempo.

 

Ultimo aggiornamento: 02.05.24

 

Quali sono i vantaggi della fascia addominale?

Come la maggior parte dei prodotti coadiuvanti per il dimagrimento, anche le fasce snellenti presentano pro e contro.

Tra i vantaggi figura sicuramente la riduzione dei liquidi e del tessuto adiposo in eccesso attraverso l’aumento della termogenesi corporea, che stimola l’organismo a bruciare un maggior quantitativo di calorie per mantenere la temperatura costante.

Lo svantaggio, se così possiamo definirlo, sta nello sforzo richiesto per avviare questo processo di termogenesi:

anche se si utilizza la migliore fascia addominale in circolazione, è fondamentale svolgere una regolare attività fisica, magari anche solo facendo una passeggiata a passo veloce, affinché il corpo produca calore e sudore.

 

Come indossare la fascia addominale?

A seconda del modello, le fasce addominali vanno posizionate sull’addome utilizzando la chiusura a velcro o i gancetti in dotazione per farla aderire perfettamente al corpo.

Inoltre, si possono indossare anche sotto vestiti stretti per valorizzare le forme senza appiattirle.

Per quanto tempo bisogna tenere la fascia addominale?

Non esiste una risposta che vada bene per tutti i modelli, perché molto dipende dal tipo di fascia e dai risultati che si vogliono raggiungere.

In linea di massima, andrebbe indossata almeno tre volte la settimana per circa un paio d’ore, riducendone l’impiego man mano che si riscontrano i primi benefici.

 

Quali risultati si possono ottenere utilizzando una fascia addominale?

Dal momento che la fascia dimagrante incentiva la sudorazione corporea, permette di eliminare i liquidi in eccesso e smaltire più velocemente il grasso addominale.

Inoltre, aiuta anche a ridurre la flaccidità cutanea e muscolare, correggendo al tempo stesso la postura.

 

Come scegliere la taglia giusta?

Quando si indossa una fascia addominale il comfort è una caratteristica molto importante ai fini di un suo corretto utilizzo.

Il nostro consiglio è quello di acquistare un modello che offra la possibilità di regolare la taglia in base alle proprie caratteristiche fisiche, così da non rischiare che calzi troppo piccolo o troppo largo.