Come utilizzare uno shampoo anticaduta

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

Per prendersi cura della propria chioma è importante scegliere lo shampoo giusto, ma la decisione deve essere ancora più ponderata se si vogliono coadiuvare le strategie messe a punto per limitare o arrestare il diradamento della capigliatura.

In vendita si possono trovare prodotti adatti per tutti i tipi di capelli e per tutte le esigenze, ma per ottenere i benefici sperati è necessario utilizzarli nel modo giusto.

 

Caduta dei capelli: a cosa prestare attenzione

In genere, la caduta dei capelli viene considerata un normale processo fisiologico quando si limita a circa 40-100 capelli al giorno.

Se questo limite viene superato probabilmente non si tratta della classica caduta stagionale o di quella dovuta allo stress, ma è sintomo che qualcosa non va.

Cattive abitudini, diete drastiche, traumi meccanici, squilibri ormonali e alcune condizioni patologiche rientrano tra le principali cause di una perdita eccessiva di capelli.

Pertanto, quando la caduta media giornaliera supera i 100-120 capelli e si protrae a lungo (per più di quattro settimane), o se il diradamento inizia a divenire più evidente, non bisogna sottovalutare il problema ma rivolgersi al proprio medico per intervenire in modo adeguato.

In base alla causa scatenante, lo specialista potrà prescrivere dei farmaci specifici da assumere per via orale oppure proporre soluzioni meno invasive, come gli integratori alimentari e i cosmetici a uso topico (shampoo, fiale, sieri e lozioni).

Quando e perché usare uno shampoo anticaduta

Come già abbiamo avuto modo di sottolineare, gli shampoo anticaduta si rivelano utili solo se la caduta dei capelli è dovuta a una condizione patologica che riguarda il cuoio capelluto:

come la dermatite seborroica e la psoriasi, che comportano il progressivo diradamento della chioma come conseguenza dell’infiammazione cutanea.

Il principale responsabile della calvizie (o alopecia androgenetica) è invece il DHT (diidrotestosterone), un ormone prodotto dall’enzima 5-alfa-reduttasi a partire dal testosterone, che causa il lento assottigliamento e l’atrofia dei follicoli piliferi.

Proprio per questo motivo nessuno shampoo anticaduta, anche se di buona qualità o della migliore marca, può rallentare o arrestare la caduta dei capelli dovuta all’alopecia androgenetica.

Il motivo è molto semplice: gli shampoo sono prodotti che hanno la funzione di detergere i capelli per rimuovere lo sporco, l’unto e il sebo.

Pertanto, vengono applicati sui capelli per non più di cinque minuti, un tempo troppo limitato per poter bloccare il DHT, stimolare la crescita dei fusti e prevenirne la caduta.

Tuttavia ci sono prodotti specifici che, oltre a pulire la chioma in profondità, preparano la cute e i capelli a eventuali trattamenti anticaduta successivi alla detersione, rendendoli al contempo più spessi e pieni.

 

Per quanto tempo usare lo shampoo anticaduta

Lo shampoo anticaduta va usato quotidianamente nei periodi in cui la caduta dei capelli è più intensa per rallentare il fenomeno prima che si intensifichi ulteriormente, e fino a quando il problema non raggiunge la normale soglia di tollerabilità (sui 100-120 capelli al giorno).

Successivamente, la frequenza di utilizzo potrà essere indicativamente ridotta a 2-3 applicazioni a settimana, alternando lo shampoo anticaduta a un detergente altrettanto delicato, ma più economico.

In questo modo si potranno mantenere a lungo i benefici del trattamento e impedire, entro certi limiti, che il problema si ripresenti con la stessa intensità.

Controindicazioni

Infine, per quanto riguarda gli effetti collaterali, al momento non si registrano particolari controindicazioni legate all’impiego degli shampoo anticaduta.

Ciononostante, è sempre buona norma utilizzare questi detergenti specifici seguendo alla lettera le modalità d’uso indicate dal produttore e rispettando i tempi di applicazione consigliati.

Ricordiamo, inoltre, che questi prodotti non sono indicati nei casi in cui la caduta dei capelli sia correlata a particolari condizioni patologiche:

i disordini ormonali, le disfunzioni immunitarie e i disturbi alla tiroide, che devono essere gestiti con l’aiuto di un medico o un dermatologo esperto in tricologia.

 

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